Segni e simboli della spiritualità lucana - Artoteca Vallisa – Bari - 2003


COMUNICATO STAMPA

 

SEGNI E SIMBOLI DELLA SPIRITUALITA’ LUCANA, è il titolo della mostra che si apre alle ore 19.30 di venerdì 12 dicembre presso l’Artoteca Vallisa in via Vallisa n.11 a Bari e che vede protagonisti i lavori di Pino Lauria di Accettura(Mt) e Angelo Palumbo di Matera.

Parlare di spiritualità e simbologia sacra in tempi di lucido cinismo e spietata crudeltà può sembrare anacronistico, un accordo stonato.

Due “artieri” del meridione d’Italia che senso possono dare al loro impegno civile e culturale discutendo di ex voto e angeli di cartapesta oggi che, guardando da una prospettiva molto ravvicinata, i nostri giovani muoiono in Iraq e incombe sugli aranceti del metapontino lo spettro della morte nucleare?

Dietro gli equilibri matematici della lirica di Lauria e l’eterea fragilità dei segni di carta di Palumbo si nascondono inquietudini e aneliti troppo spesso frenati, speranze deluse, sostenute, però, da una costante attenzione al nostro presente che si concretizza in una “reazione-azione”. E’ questa la catarsi che definisce il gesto artistico inteso come mezzo per esorcizzare il male, per superare il dolore di vivere che rende inermi e passivi.

L’eterna lotta tra il Bene e il Male,quindi, l’antitesi tra sacro e profano affascina e indirizza la ricerca dei due artisti lucani.

“Pace in terra agli uomini di buona volontà” questa frase logora e stantia sembra recuperare il suo significato di purezza originaria nelle rinnovate speranze di trasparenza interiore che queste opere comunicano. L’essenzialità del rigore formale dei tondi di Lauria e i simboli barocchi di Palumbo trasmettono un  messaggio di “Rinascimento” dell’anima, che oggi diventa indispensabile per indicare un’inversione di tendenza ad un mondo che sembra aver smarrito la ragione.

I riti della tradizione della nostra terra diventano, così, modello di riferimento,  luogo consolatorio: gli ex voto dei santuari lucani pregni della devozione popolare e la rutilante fantasmagoria di luci e colori della Festa della Bruna, vengono assunti come archetipi di un sentire profondo che ogni anno magicamente, si rivitalizza e sostanzia, nonostante tutto, la nostra esistenza.

 I due artisti, ognuno per strade diverse, il primo legato all’assemblaggio minimalista di materiali poveri e inserimenti poetici con ali di volatili, il secondo vicino all’antica tecnica della cartapesta rivista in chiave contemporanea, hanno tentato di cogliere l’essenza profonda di una simbologia che può ancora essere sinonimo di speranza per un’umanità migliore, che sappia volare oltre i muri dell’odio.

 

La mostra rimarrà aperta sino al 31 dicembre, dalle 18.00 alle 22.00(chiuso il lunedì).  





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