DESERTO ETICO - 2007
TESTO DA DESERTO ETICO
Le opere qui presentate da Palumbo seguono la direzione di un progetto
fortemente orientato in senso comunicativo e operativo, che l’artista ha
intrapreso da tempo, mostrando notevole versatilità nelle tecniche sperimentate
e nei mezzi utilizzati, scelti anche in virtù del potenziale di penetrazione
sociale garantito dalla loro popolarità, come nel caso dell’ipertesto
multimediale e del web, nella complessa realizzazione Uomo Nuovo.
Oggetto della riflessione dell’artista è, in
questa mostra come altrove, l’innaturale processo di trasformazione al quale
l’uomo contemporaneo, varcando ogni limite biologico, sottopone l’ambiente e sé
stesso. Con i Fossili futuri Palumbo si fa nuovamente faber, sperimentando,
manipolando e assemblando materiali tecnologici e naturali, come il filo
zincato, la carta giapponese, resine e polvere di tufo. Palumbo non fa emergere
la forma dall’esistente, ma modella dal nulla una sorta di natura ex-novo, così
come l’uomo, divinità inferior, tende a creare una seconda natura artificiale,
cui consegue un’abnorme mutazione della natura “prima”. Il fossile futuro di
Palumbo, è frutto di una metamorfosi causata dall’uomo. In queste inquietanti,
ambiguamente seduttive forme fogliacee o di baccello avvolte su sé stesse, di
dimensioni anche imponenti, che pendono dall’alto rigide come stalattiti o
sembrano contrarsi, appoggiate al suolo o alla parete, in un ultimo spasimo di
vita, l’originaria freschezza organica è rappresa in materia secca, riarsa, che
si assimila perfettamente al contesto tufaceo del luogo espositivo. L’artificio
umano, che si concretizza metaforicamente nell’anima metallica dei Fossili
futuri, blocca e inverte il flusso vitale della natura, i cui lentissimi tempi
di trasformazione entrano in una collisione devastante con la repentina azione
distruttiva e autodistruttiva dell’uomo. Se il fossile naturale, imprigionato
nelle stratificazioni della roccia, è meravigliosa traccia mnemonica di
plurimillenari processi naturali, il fossile futuro, agghiacciante larva
contorta, porta in sé l’impronta di una catastrofe improvvisa e senza appello.
La prospettiva di Palumbo è eminentemente rivolta a denunciare, attraverso
l’analisi del presente, il rischio di un apocalittico futuro incombente che,
forse, può ancora essere evitato.
Mariadelaide Cuozzo
Docente di Storia dell'Arte Contemporanea presso
l’Università della Basilicata
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