2008 - Uomo Nuovo: Ars Pro Veritate - "La Merlettaia" - Foggia

 

 

La mostra personale di Angelo Palumbo sarà presentata dalla prof.ssa Katia Ricci presso l'Associazione Culturale "La Merlettaia" di Foggia domenica 24 febbraio 2008 alle ore 18.30. Il titolo (Uomo Nuovo: Ars Pro Veritate) dichiara da subito gli intenti“della mostra: dare voce ad emozioni che nascano da una profonda presa di coscienza sulla realtà. Non si vogliono fornire risposte salvifiche bensì riflettere, attraverso il filtro emozionale della creatività manipolatrice dell'arte, sulle prospettive presenti e future della nostra vita. Verrà proiettato il video "Uomo Nuovo" (reportage artistico-letterario sulle mutazioni dell'uomo contemporaneo) e saranno poste in mostra le opere di "Terra Violata”.

Questa serie è caratterizzata da pannelli in poliuretano modellati con interventi che scavano le superfici, le trafiggono, le plasmano per cristallizzare una texture che è citazione di anfratti murgici, rocce millenarie. Il richiamo alla terra di origine è solo un dato metaforico perché rimanda, invece, ad orizzonti molto più ampi e lontani: la natura descritta è lacerata da profonde ferite che drammaticamente denunciano la violenza dell'uomo su altri uomini, ancora, sono lacerazioni che testimoniano del degrado ambientale in quanto espressione di un deserto etico. Da un lato, questi lavori , vogliono smuovere la nostra  indifferenza, dall'altro la realtà materica e informale che caratterizza i brani plastico-pittorici, evidenziano la partecipazione emotiva al problema da parte dell'autore ( l'artista attua un processo di assimilazione-identificazione alla natura geomorfologica della sua terra...che è parte di un tutto ): queste ferite sanguinanti sono, quindi, lacerazioni dell'anima ma sono anche ferite reali; oltre ad esaltare la denuncia, diventano, nel momento finale dell'atto creativo, catarsi di un dolore che solo il colore e il gesto liberatorio possono frenare.


L’artista materano Angelo Palumbo affronta il problema ambientale, dando spazio ed espressione al dolore personale per la violenza che deturpa e disumanizza donne, uomini, bambini, ad opera di altri uomini e che non risparmia la natura.
L’11 settembre con il crollo delle torri gemelle ha mandato in frantumi, confessa l’artista, l’illusione di vivere in un mondo sicuro, non toccato dalla guerra e dalla fame, esportata altrove.
Il migliore dei mondi possibili ha aperto le sue pagine oscure, rivelando attraverso il web agli occhi di Angelo Palumbo una galleria degli orrori: le immagini di sanguinose guerre occultate, carestie sconosciute, terre devastate da inquinamenti inimmaginabili, formano un’estetica della sofferenza che fa distogliere gli occhi. L’artista, invece, li ha voluti tenere aperti su immagini diverse da quelle armoniose equilibrate e razionali che fino ad allora costituivano il repertorio della sua arte. Ha collezionato e intrecciato ogni singola fotografia ai testi biblici e poetici dalla Divina Commedia di Dante a “Terra desolata” di Thomas Eliot e alle riflessioni di Nietsche. Ne è scaturito un video, che da un originario intento didattico, si è trasformato via via in un affresco grandioso e tragico sottolineato dalla colonna sonora. Profetici i testi sovrimpressi: perché gli esseri umani non se ne siano lasciati guidare, perché continuano a correre verso l’abisso, che non è un incubo, ma già una realtà?
La serie “Terra violata” è caratterizzata da pannelli rotondi in poliuretano, che l’artista ha trattato con solventi, ottenendo sulla superficie buchi, anfratti, cunicoli, che ricordano le rocce murgiche della sua terra. Sono, invece, paesaggi dell’anima, messa a nudo dalla presa di coscienza e dalla necessità di fermarsi a riflettere per non rimuovere il dolore, ma per trovare vie d’uscita. L’arte è una strada possibile, se significa comunicazione profonda, far fluire liberamente e pienamente la propria energia creativa per incontrare quella degli altri perché solo insieme è possibile ricostruire. Forti, dunque, i contenuti, che i titoli diligentemente annotati indicano, rivelando un chiaro intento didattico e allontanando il sospetto di un qualche effetto decorativo o di una ricerca puramente estetica. Eppure, gurdando le opere, si è attratti anche dalle soluzioni formali, benché il piano dell’etica, che è motore principale, si incontra con quello dell’estetica in un nodo inestricabile. Intensi i contrasti cromatici, tra cui spiccano i rossi e neri dall’evidente simbologia, concrezioni, sporgenze ed anfratti, durezza e leggerezza si incontrano e scontrano, all’interno di forme definite, come la circonferenza, che è funzionale a contenere il dolore e la rabbia, e che dà nello stesso tempo armonia e razionalità all opere.
L’arte e la poesia questo miracolo compiono: far apparire i punti di luce che sono nella realtà, quelli che hanno visto Etty Hillesum anche nel campo di concentramento di Westerbork, Charlotte Salomon durante la persecuzione antisemita e l’esilio, rielaborando il proprio dolore in altissime opere d’arte, offrendo un messaggio di salvezza, i musicisti che continuavano a tener viva la speranza nella disperazione di Terezin. La salvezza è nell’agire, a partire dal vedere la propria e altrui differenza, per non considerare assoluto il proprio punto di vista, per accogliere l’altro come ricchezza e segno sacro di altro e di altrove.
Insieme per sottrarsi alla violenza del potere e alla tentazione di rispondere con altrettanta violenza, che vogliono entrambe decidere della vita di tutti, che invadono tutti gli spazi, anche quelli quotidiani e nascosti, dove qualcuno ancora si illude di potersi ritirare, fingendo che il suo angolino sia tutto il mondo e che lì non potrà essere raggiunto dal dolore.

KATIA RICCI












Due mostre in corso a Foggia affrontano con linguaggi e angolazioni diverse problemi legati all’ambiente e al destino del pianeta e di ogni donna e uomo che lo abitano. La prima, presso il circolo culturale “la Merlettaia” di Via Arpi, presenta un video “Uomo Nuovo: Ars pro veritate” e i pannelli della serie “Terra violata” di Angelo Palumbo di Matera; la seconda “TRASH”( “Trash. T.ecniche di r.riciclo della s.pazzatura h.omeless”), presso la galleria Spazio 55 di via Fioritto, è costituita da un’installazione collettiva, fatta di sacchetti di plastica e un’opera di ogni artista, eseguita con ritagli di sacchetti. Vi partecipano: Michele Carmellino, Antonio Di Michele, Nelly Maffia, Matteo Manduzio, Nicola Liberatore, Guido Pensato e Enzo Ruggiero. Le buste invadono tutto lo spazio, come  invadono l’ambiente in cui viviamo, formando un’abside con volta dai colori della bandiera italiana, come ribadisce un cartellino dall’evidente significato satirico “Viva l’Itaglia”. Le singole opere riescono a raggiungere effetti estetici, per altro strettamente legati agli intenti etici, di grande leggerezza ed efficacia comunicativa, mescolando note cupe e amare ad altre irridenti e ironiche. Si passa così dal cuore infranto di Maffia, che sfrutta il linguaggio dei fumetti, alla croce dorata su campo nero di Liberatore, i piccoli sacchetti di spazzatura con fotografie dei recenti avvenimenti in Campania da cui fuoriescono fiori (ovviamente di plastica) di Manduzio, le striscioline multicolori dell’opera quasi grafica di Ruggiero, il coloratissimo intervento di Carmellino che aggiunge un tocco  kitsch con ritagli di merletti alla plastica. Una nota ironica è contenuta nell’opera di Di Michele con  pupazzetti  stampati sui frammenti di plastica. Infine Guido Pensato nel suo collage fatto di ritagli di giornali su cui campeggia la scritta MART (Museo di Arte Moderna), formata da strisce di plastica, ricorda che “l’arte contemporanea è anche questa che vive per le strade e si rifiuta di essere rifiutata perché è stata vita non arte né arte del rifiuto”. Le opere sono riproposte in una cartella di incisioni, mentre l’installazione a chiusura della mostra formerà un’ “ecobolla”, che sarà esposta  nell’isola pedonale nel corso della manifestazione “INSIEME per FARE AD ARTE LA CITTA’”, intervento collettivo di artisti che “scenderanno in piazza” Domenica delle Palme con  cittadine e cittadini, convocati dal Circolo culturale “La Merlettaia”, per riaffermare un uso creativo dello spazio pubblico di Foggia, continuamente deturpato da insensati interventi urbanistici (Piazza Giordano tra questi). Dopo, sarà consegnata all’Amica che dovrà distruggerla quando la raccolta differenziata di rifiuti raggiungerà livelli accettabili da città civile. Elio Aimola e Maresa Zingrillo, Presidente e Vicepresidente dell’Amica, presenti all’inaugurazione della mostra, hanno solennemente dichiarato di accettare la sfida, ribadendo un impegno assunto nel corso del convegno “Dentro & Fuori”, dedicato al tema.

A partire dalle Avanguardie del Novecento, artiste e artisti hanno pescato tra rottami, rifiuti, scarti urbani e quotidiani i materiali dell’arte. Trash è diventata una vera e propria tendenza che si è diffusa dall’arte visiva ad altri linguaggi, come il cinema e la musica rock. Ributtanti installazioni, cumuli di stracci, rifiuti di ogni tipo hanno ricordato l’altra faccia del consumismo, il rovescio del mondo opulento, che rischia di affogare tra le sue stesse scorie, prodotte proprio dal benessere. L’alternativa è modificare il punto di vista, relazionarsi nella condivisione e nella responsabilità di questo mondo, prestare attenzione alla realtà, anche la meno nobile e infima,  intrecciare gli ambiti dell’etica, estetica e politica, prendersi cura dello scarto, riutilizzare ciò che è possibile, lasciarsi guidare dai frammenti di bellezza che sono dentro ciascuno, prima che negli oggetti, e creare, creare, creare.

L’artista materano Angelo Palumbo affronta con altre tecniche e da un’altra angolazione il problema ambientale, dando spazio ed espressione al dolore personale per la violenza che deturpa e disumanizza donne, uomini, bambini, ad opera di altri uomini e che non risparmia la natura. L’11 settembre con il crollo delle torri gemelle ha mandato in frantumi, confessa l’artista, l’illusione di vivere in un mondo sicuro, non toccato dalla guerra e dalla fame, esportata altrove.

Il migliore dei mondi possibili ha aperto le sue pagine oscure, rivelando attraverso il web agli occhi di Angelo Palumbo una galleria degli orrori: le immagini di sanguinose guerre occultate, carestie sconosciute, terre devastate da inquinamenti inimmaginabili, formano un’estetica della sofferenza che fa distogliere gli occhi. L’artista, invece, li ha voluti tenere aperti su immagini diverse da quelle armoniose equilibrate e razionali che fino ad allora costituivano il  repertorio della sua arte. Ha collezionato e intrecciato ogni singola fotografia ai testi biblici e poetici dalla Divina Commedia di Dante a “Terra desolata” di Thomas Eliot e alle riflessioni di Nietsche. Ne è scaturito un video, che da un originario intento didattico, si è trasformato via via in un affresco grandioso e tragico sottolineato dalla colonna sonora. Profetici i testi sovrimpressi: perché gli esseri umani non se ne siano lasciati guidare, perché continuano a correre verso l’abisso, che non è un incubo, ma già una realtà?

La serie “Terra violata” è caratterizzata da pannelli rotondi in poliuretano, che l’artista  ha trattato con  solventi, ottenendo sulla superficie  buchi, anfratti, cunicoli, che ricordano le rocce murgiche della sua terra. Sono, invece,  paesaggi dell’anima, messa a nudo dalla presa di coscienza e dalla necessità di fermarsi a riflettere per non rimuovere il dolore, ma per trovare vie d’uscita. L’arte è una strada possibile, se significa comunicazione profonda, far fluire liberamente e pienamente la propria energia creativa per incontrare quella degli altri perché solo insieme è possibile ricostruire. Forti, dunque, i contenuti, che i titoli diligentemente annotati indicano, rivelando  un chiaro intento didattico e allontanando il sospetto di un qualche effetto decorativo o di una ricerca puramente estetica. Eppure, gurdando le opere, si è attratti anche dalle soluzioni formali, benchè il piano dell’etica, che  è  motore principale, si incontra con quello dell’estetica in un nodo inestricabile. Intensi i contrasti cromatici, tra cui spiccano i rossi e neri dall’evidente simbologia, concrezioni,  sporgenze ed anfratti, durezza e leggerezza si incontrano e scontrano, all’interno di forme definite, come la circonferenza, che è funzionale a contenere il dolore e la rabbia, e che dà nello stesso tempo armonia e razionalità all  opere.

L’arte e la poesia questo miracolo compiono: far  apparire i punti di luce che sono nella realtà, quelli che hanno visto Etty Hillesum anche nel campo di concentramento di Westerbork, Charlotte Salomon durante la persecuzione antisemita e l’esilio, rielaborando il proprio dolore in altissime  opere d’arte, offrendo un messaggio di salvezza, i musicisti che continuavano a tener viva la speranza nella disperazione di Terezin. Ancora, per arrivare ai nostri giorni, i familiari colpiti dalle stragi dei loro cari, come la nostra concittadina Daniela Marcone, che offrono il loro dolore come testimonianza e impegno contro la violenza. La salvezza è nell’agire, a partire dal vedere la propria e altrui differenza, per non considerare assoluto il proprio punto di vista, per accogliere l’altro come ricchezza e segno sacro di altro e di altrove.

Insieme per sottrarsi alla violenza del potere e alla tentazione di rispondere con altrettanta violenza, che vogliono entrambe decidere della vita di tutti, che invadono tutti gli spazi, anche quelli quotidiani e nascosti, dove qualcuno ancora si illude di potersi ritirare, fingendo che il suo angolino sia tutto il mondo e che lì non potrà essere raggiunto dal dolore.  

GALLERIA SPAZIO 55 - FOGGIA




http://www.lamerlettaia.it

 

programma       febbraio 2008 

 

Venerdì 1

ore 18,00

“La città che desidero” – incontriamoci in sede per realizzare il materiale da affiggere alla rete di Piazza Giordano.

 

 

 

Domenica 3

ore 11,30

Appuntamento  in piazza Giordano. La cittadinanza è invitata

 

 

 

Giovedì 7

ore 18,00

Memoria e trasformazione nel rapporto con la madre – 3° incontro.

 

 

 

Mercoledì 13

ore 18,00

Leggiamo insieme Il dio delle donne di Luisa Muraro

 

 

 

Venerdì 15

ore 18,00

Laboratorio di scrittura creativa.

 

 

 

Mercoledì 20

ore 18,00

Per il ciclo “i libri del cuore”, Gian Piero Bernard presenta La cittadinanza interiore di Bruna Peyrot.

 

 

 

Sabato 23

ore 20,30

Cena a cura di Pino e Anna Maria. Per prenotarsi telefonare ad Eugenio al n. 0881 723810.

 

 

 

Domenica 24

ore 19,00

Inaugurazione della mostra di Angelo Palumbo.

 

 

 

Lunedì 25

ore 18,00

Riunione per il programma di marzo.

 

 

 

Mercoledì 27

ore 19,00

Dibattito su Islam e laicità con Mohamed El Majdi.

 

 























Commenti

Post più popolari