1997 - da "RIFLESSIONI": Dipinti a olio e Bassorilievo in legno
RIFLESSIONI
Sono lavori che riprendono e
aggiornano un progetto della fine degli anni ’90 (97/98), incentrato sul tema
della RIFLESSIONE.
Allora veniva evocato uno
sguardo interiore, sollecitato da un rapporto già conflittuale con il mondo
esterno, che si cristallizzava nella rilettura pittorica .
Si trattava di una serie di
dipinti a olio, di diverso formato e su supporti differenti, che sviluppavano
un tema ricorrente: l’epifania di personaggi surreali, evanescenti, quasi larve
sospese in un mondo di intangibile ordine.
Realistiche ma non umane
(sagome, a volte, bidimensionali, prive della fronte e del naso, vagamente affini
alle sculture frontali di Consagra), si stagliavano ieraticamente su orizzonti
essenziali, sviluppati in profondità e paralleli all’elemento in primo piano,
incombente con la sua inevitabile presenza: IL MURO.
E’ il segno del limite, dei
nostri pregiudizi, metafora della vita terrena, fatta di ostacoli,
discriminazioni e quasi mai di amore.
In queste opere, una delle
quali scolpita su di un antico legno in pioppo del ‘600, prevaleva, inoltre, un
dato fondamentale: le figure centrali (per lo più isolate in solari paesaggi di
mari incontaminati e colline dolcissime) sembravano scrutare con occhio mesto e
indagatore colui che le guardava…al di là del muro.
La levigata stesura
pittorica, fatta di leggere velature e di tonalità pastello, sottolineava il
dato poetico, enigmatico, di queste figure tra l’umano e l’assoluto, favorendo
la coesistenza di sogno e realtà.
Le opere, montate su
pannelli di legno, erano incorniciate da schegge geometriche di specchi,
arricchite da frammenti decorativi, segni che affioravano dalla memoria. Lo
specchio, funzionale per catturare l’immagine di chi guardava, faceva sì che
questa si fondesse in quelle visioni oniriche, per innescare un processo di
autoanalisi. Stimolare una presa di coscienza sulla surrealtà, che, come diceva
Breton:”..è una realtà superiore..”
Apro una parentesi: nel
portare avanti la mia ricerca, in un certo senso, stavo già sviluppando un
latente interesse nei confronti del rapporto arte-società, che diventerà
prepotentemente centrale e invasivo nel mio lavoro, dal 2001 fino al 2010.
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